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Bonus 110%, semplificazioni e addio al doppio visto di conformità sui lavori

Bonus 110%, semplificazioni e addio al doppio visto di conformità sui lavori

Al via la semplificazione delle procedure 110%

Almeno la metà delle famiglie impossibilitate a richiedere il superbonus 110% a causa della doppia conformità degli edifici. La denuncia arriva dal presidente dell’Ance che, insieme ai Rete delle professioni tecniche (RPT), segnalano da tempo l’eccessiva burocrazia e le lungaggini che rallentano, se non addirittura impediscono, l’avvio dei lavori di miglioramento del patrimonio edilizio che potrebbero beneficiare del 110%.
Gli stessi consumatori hanno accertato difficoltà e tempi eccessivamente dilatati: l’ottenimento di una certificazione può richiedere attese anche di oltre quattro mesi.

Proprio per questa ragione è al vaglio del governo una serie di modifiche alla norma che disciplina la maxi-detrazione fiscale. In particolare, l’idea è quella di sostituire la doppia conformità con la sola Cila, la comunicazione di inizio lavori asseverata. Una novità nel segno della sburocratizzazione che potrebbe accelerare gli interventi coperti dal superbonus, insieme a una serie di altre azioni pensate per scongiurare l’abbandono dei cantieri e favorire l’accesso al 110%.

L’iter per meno burocrazia è stato avviato

La conferma potrebbe arrivare a breve, con il nuovo decreto semplificazione che Palazzo Chigi dovrebbe predisporre contestualmente al nuovo Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) per aumentare la capacità di spesa delle risorse del Recovery Fund.

L’obiettivo di questa manovra è facilitare l’avvio dei lavori: spesso, infatti l’eccessiva burocratizzazione e le relative lungaggini rallentano e scoraggiano i cantieri.
Il governo, raccolte le denunce, si è quindi messo all’opera: al centro dell’attenzione ci sono le regole per attestare la conformità urbanistica e i requisiti degli interventi. Al centro dell’attenzione anche i termini del superbonus.

I mesi passano e si avvicina sempre più il termine del superbonus: il rischio è che una volta avviate le opere, si scontrino le scadenze della misura fiscale. Ricordiamo, infatti, che a oggi è fissata al 30 giugno 2022, per i condomìni che abbiano concluso almeno il 60% dei lavori. Nel caso degli IACP che al 31 dicembre 2022 abbiano completato almeno il 60% dei lavori, il 110% spetta anche per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023.
Per questa ragione, al vaglio del governo c‘è anche l’estensione della maxidetrazione fiscale all’intero anno 2023.

Le ipotesi in discussione per intervenire

Per favorire l’apertura dei cantieri, senza scontrarsi con laboriose e complicate procedure, il decreto semplificazione dovrebbe rendere più snella la partenza delle opere.
Due le ipotesi sul tavolo del dibattito:

  • la certificazione di conformità potrebbe essere sostituita da una Cila asseverata (la comunicazione di inizio lavori);
  • la certificazione potrebbe essere assorbita dalle asseverazioni sul rispetto dei requisiti tecnici e la congruità delle spese, redatte dai professionisti, come già previsto dalla norma per l’ottenimento del superbonus. In entrambi i casi, si darebbe una forte accelerazione ai tempi per l’apertura dei cantieri.

I vantaggi di questa nuova impostazione? La possibilità di prevedere semplicemente un certificato di conformità comporterebbe l’eliminazione dell’obbligo per i tecnici abilitati di attestare alcuni dati relativi allo stato legittimo dell’immobile (proprietà, passaggi di proprietà e concessioni edilizie), limitandosi a mettere nero su bianco l’assenza di abusi edilizi e il rispetto delle prescrizioni urbanistiche.

Per tutti quegli immobili che necessitano di lavori di manutenzione e non di ristrutturazione, dovrebbe aprirsi la strada della semplice Cila.

Oltre a ciò, sempre al fine di facilitare le pratiche, dovrebbe essere confermato un passaggio fondamentale per l’apertura di molti cantieri infrastruttura: l’accelerazione della Valutazione di impatto ambientale (VIA).

Le opinioni degli operatori della filiera

Parere positivo della Rete delle professioni tecniche (RPT) e dei costruttori edili (Ance) che da tempo denunciano le attuali lungaggini per ottenere una certificazione di conformità urbanistica e tutte le complicazioni che scoraggiano la partenza di numero significativo di opere, soprattutto nel caso di interventi di riqualificazione energetica e per la sicurezza antisismica degli edifici.

Anche la Commissione Ambiente della Camera, durante il ciclo di audizioni sul PNRR, ha confermato l’esigenza di agire sul versante della verifica preventiva di conformità urbanistica.

La denuncia delle imprese di costruzione: «Bisogna semplificare subito le modalità di accesso al superbonus, il che non significa autorizzare o sanare gli abusi, ma evitare che alcune difformità, presenti in tanti edifici, impediscano a tutti i condomini di migliorare sicurezza e consumi energetici della propria casa. Oggi purtroppo la verifica della conformità urbanistica degli edifici rischia di impedire a quasi metà delle famiglie l’accesso al beneficio”, ha spiegato il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.